Memoria, un termine imprescindibile dal ricordo dell’olocausto, un termine che riporta al passato, facendocelo rivivere per cercare di non ripeterlo. Fotografia, quale miglior mezzo, per fondere Memoria e Shoah in un carico di significati riconducibili solo attraverso l’immagine. In questo lavoro tutto è stato fuso insieme in ogni singola foto, per mostrare da una parte le vicende dell’olocausto, i luoghi comuni di esso, dall’altra per sottolineare il ricordo, la tragedia, le mani vissute di chi ancora vive nel terrore dei ricordi. La profondità delle rughe di una mano anziana, che ha vissuto la fame, l’olocausto, la guerra nel suo più ampio genere come può in tutta la vita non mostrare i segni e ricordare quella tragedia. Cosicché queste profonde rughe, mani lavorate, vissute, sguardi di chi ancora trema al ricordo, sono fuse con delle immagini proprie del periodo dell’olocausto (svastiche, camicie, segni, simboli etc.), conferendo alla foto un intreccio tra presente e passato. Un passato che si vuole dimenticare ma che ancora vive per non farlo rivivere.

Tecnica: Fotografia Analogica, doppia esposizione, pellicola IlFord 6×6, scattata con Hasselblad 500cm.

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